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Questa pagina include una bibliografia, una breve biografia e un’introduzione all’uso della parola “tecnica” da parte di Ellul.

Bibliografia in italiano di e su Jacques Ellul:

Pubblicazioni Ellul in italiano

Una biografia di Jacques Ellul (1912–1994)

di Patrick Chastenet

Questo breve testo è una versione abbreviata ed adattata della biografia di Jacques Ellul curata da Patrick Chastenet, tradotto da Elisabetta Ribet.

Per tutta la sua vita Jacques Ellul ha aderito alla massima “pensare globalmente, agire localmente”. Spesso diceva di essere nato a Bordeaux per caso il 6 gennaio 1912, ma che per scelta, invece, vi trascorse quasi tutta la sua carriera accademica. Morì il 19 maggio 1994 dopo una lunga malattia nella sua casa di Pessac, a pochi chilometri dal campus dell’Università di Bordeaux, circondato dalle persone a lui più vicine. Fino a poco tempo prima della sua morte, i limiti del trattamento della sua malattia furono per lui una conferma ulteriore di uno dei suoi temi preferiti: l’ambivalenza del progresso tecnologico.

Pur essendo profondamente legato alla regione dell’Aquitania, nel sud-ovest della Francia, le sue radici cosmopolite furono sempre all’origine di una profonda avversione per qualsiasi sentimento nazionalistico. Sua nonna paterna era serba, discendente della famiglia Obrenovic; suo nonno era italiano ma veniva da Malta.  Quanto ai suoi genitori, il padre, originario di Trieste, aveva la doppia cittadinanza austriaca e britannica; la madre aveva la madre francese e il padre, di nome Mendès, portoghese. I loro cammini si incontrarono a Bordeaux, dove il padre di Jacques Ellul, dopo i suoi studi a Vienna, era stato assunto come rappresentante dal commerciante di vino Louis Eschenauer. Sua madre insegnò arte in una scuola privata, mentre suo padre, a causa della sua personalità intransigente che poneva l’onore al di sopra di ogni altra considerazione, si trovò più volte disoccupato.

L’infanzia di Ellul fu povera ma felice. Fu educato alle virtù aristocratiche. Al liceo (presso il Lycée Longchamp, ora Lycée Montesquieu), era tra i migliori della sua classe. Quando finiva i compiti, sua madre gli permetteva di girovagare liberamente intorno alle banchine di Bordeaux o nelle paludi di Eysines.

La famiglia viveva vicino al Jardin Public (uno dei parchi della città di Bordeaux), dove lui e i suoi compagni della scuola pubblica combattevano regolarmente battaglie omeriche con i ragazzi della scuola privata cattolica. Ciò non gli impedì di diventare in seguito un sostenitore della “non violenza” o, più precisamente, della “non-potenza”.

Ellul eccelleva in latino, francese, tedesco e storia, e all’età di diciassette anni ottenne il suo baccalauréat (diploma di scuola superiore che dà l’accesso agli studi universitari) al Lycée Montaigne. Voleva diventare un ufficiale della marina, ma suo padre gli fece studiare legge. Pur non essendo probabilmente ancora convertito al cristianesimo quando si recò per la prima volta all’Università di Bordeaux (ci volle un po’ di tempo perché la sua fede potesse sviluppare la sua forma finale), il 10 agosto 1930 Dio gli apparve in una visione che, in seguito, si rifiutò sempre umilmente di descrivere. Altri due incontri decisivi ebbero luogo durante i suoi anni da studente: con Bernard Charbonneau e con colei che divenne sua moglie, Yvette, insieme alla quale ebbe quattro figli: tre maschi, Jean, Simon e Yves, e una figlia, Dominique.

Ellul e il suo amico Charbonneau (Ellul avrebbe voluto far credere di non essere altro che la brillante spalla del suo amico) elaborarono una variante guascone del personalismo (la filosofia sociale associata a Emmanuel Mounier), la cui originalità inizia soltanto recentemente ad essere apprezzata dagli storici del pensiero. Veri e propri pionieri dell’ecologia politica, i due hanno elaborato una critica della società moderna ispirata al pensiero “libertario/anarchico”. Jacques Ellul avrebbe voluto che Esprit (la rivista curata da Mounier) fosse la voce di un movimento veramente rivoluzionario, radicata a livello regionale e basata su piccoli gruppi autogestiti, piuttosto che una mera pubblicazione intellettuale parigina. Alla fine interruppe i suoi rapporti con Mounier, criticando in particolare l’intransigente cattolicesimo di quest’ultimo.

Dopo aver conseguito il dottorato in Diritto nel 1936 con una tesi dal titolo “La storia e la natura legale del Mancipium“, Ellul iniziò a insegnare presso la Facoltà di Giurisprudenza di Montpellier (1937-1938), prima di ottenere incarichi a Strasburgo e a Clermont-Ferrand (dove l’Università di Strasburgo era stata trasferita a causa della guerra imminente).

Nel 1940 fu licenziato dal governo di Vichy a causa dello status di “straniero” di suo padre, e andò a vivere nell’area di Entre-deux-mers tra i fiumi Garonna e Dordogne. Lì, nel piccolo villaggio di Martres, fu attivo nella Resistenza e per sfamare la sua famiglia si dedicò all’agricoltura. In seguito, confessò di essere stato orgoglioso di raccogliere la sua prima tonnellata di patate tanto quanto lo era stato di ricevere la sua agrégation (l’esame di abilitazione per l’insegnamento universitario) in diritto romano (1943).

Dopo la guerra, tra il 31 ottobre 1944 ed il 29 aprile 1945, Ellul fu per un breve periodo membro dell’amministrazione della città di Bordeaux, ma da allora in poi evitò ogni partito politico, a parte uno sfortunato episodio come candidato per l’Union Démocratique et Socialiste de la Résistance nell’ottobre 1945.

Tuttavia, Ellul desiderò continuare ad incarnare la sua idea cristiana di “presenza nel mondo moderno” – distinta tanto dall’approccio fondamentalista quanto da quello dei teologi della liberazione. Ricoprì incarichi a livello nazionale nella Chiesa Riformata di Francia (oggi EPUdF, Eglise Protestante Unie de France) fino al 1970, rimanendo però sempre ai margini dei circoli protestanti. Direttore della rivista Foi et Vie tra il 1969 ed il 1986, dal 1958 al 1977 fu anche presidente di un club per la prevenzione della delinquenza giovanile. E’ stato anche attivamente coinvolto nel movimento per l’ecologia, in particolare con il Comitato per la difesa della costa aquitana.

Il suo impegno attivo negli eventi del ventesimo secolo ha nutrito una notevole quantità di scritti: oltre mille articoli e una cinquantina di libri tradotti in più di dodici lingue. La Società Tecnica, il primo volume della sua trilogia sull’argomento, apparve in Francia nel 1954. Questo libro fu scoperto e promosso da Aldous Huxley, l’autore inglese di Brave New World, e lo fece conoscere, dieci anni dopo, nelle università americane – un fatto confermato dalle centinaia di studenti californiani che vennero a studiare presso l’Istituto di studi politici fino al suo pensionamento nel 1980. Ellul era un professore esigente ma aperto alla discussione, capace di catturare l’attenzione del suo pubblico senza ricorrere a effetti drammatici o cedere alla moda. Tenne regolarmente corsi sulla società tecnica, sulla propaganda e sul pensiero di Marx o dei suoi vari discepoli (tedeschi, italiani, russi, cinesi o cechi).

Fu un pensatore impegnato, nel senso più nobile del termine: partecipava a tutti i dibattiti più importanti del suo tempo, e non esitò a prendere in mano la penna per comunicare con il grande pubblico attraverso articoli deliberatamente polemici pubblicati in particolare su Réforme, sul Quotidien de Paris, Ouest-France, e Sud-Ouest Dimanche.

La sua Storia delle istituzioni in cinque volumi è stata utilizzata da generazioni di studenti universitari francesi ed italiani. Il libro di cui era più orgoglioso, tuttavia, era L’espérance oubliée, tradotto anche in italiano nel 1972, l’anno successivo alla sua pubblicazione in francese.

Non è possibile, in questo autore tanto fecondo, il cui tono era spesso volutamente profetico, separare il sociologo dal teologo. Come disse al quotidiano Le Monde nel 1981, “Descrivo un mondo senza uscita, convinto che Dio accompagni l’essere umano nella sua storia”. L’autore di La foi au prix du doute morì con quella certezza.

L’impegno sociale e politico di Jacques Ellul

Daniel Cérézuelle – traduzione di Elisabetta Ribet

Ellul desiderava poter pensare alle sue scelte di vita e al tempo stesso vivere in modo coerente con il suo pensiero. Che si trattasse delle sue convinzioni di fede o della sua analisi della vita sociale, cercò sempre di mettere in pratica il suo pensiero attraverso l’azione all’interno della società. Questi appunti non rappresentano una critica alle azioni di Ellul in riferimento alla Chiesa riformata di Francia, al suo lavoro presso l’Università di Bordeaux, e nemmeno all’aiuto o a consigli che potrebbe aver dato privatamente a persone singole.

Resistenza (1940–1945)

A Martres: dopo la radiazione dall’insegnamento ad opera del governo Petain nel luglio 1940, Ellul andò a vivere in una fattoria a Martres, un piccolo villaggio a 40km da Bordeaux. La sua casa divenne rapidamente un luogo di accoglienza per coloro che cercavano di raggiungere la zona franca [la Francia non occupata]: repubblicani spagnoli, membri della resistenza, polacchi, russi, ebrei in fuga ed altri, che sapevano che sarebbero stati aiutati ad attraversare la frontiera e ad ottenere documenti falsi. Fu anche in contatto con la resistenza francese della regione dell’Entre-Deux-Mers, che era particolarmente attiva. È importante notare che nel dipartimento della Gironda la polizia francese e la Gestapo attuarono una repressione particolarmente dura (300 persone furono uccise nell’arco di quattro anni).

A Bordeaux: Insieme a diversi amici protestanti, Ellul fece parte di una rete clandestina che fornì assistenza agli ebrei perseguitati dai nazisti. Durante i raid contro gli ebrei, organizzati dalla polizia francese su iniziativa della Gestapo, questa rete ottenne l’accesso alla lista di coloro che la polizia stava pianificando di arrestare il giorno successivo. Andarono ad avvertirli personalmente, li esortarono a nascondersi, fornirono loro documenti falsi e li indirizzarono alle famiglie protestanti che li avrebbero ricevuti, principalmente nel Poitou o verso i Pirenei. Insieme a molti di questi amici, a Ellul fu dato il titolo postumo di “Giusto tra le nazioni”.

Governo locale (1945–1946)

Alla liberazione, il commissario della Repubblica, Gaston Cusin, chiese ad Ellul di unirsi alla delegazione municipale di Bordeaux sotto la guida del socialista Fernand Audeguil. Questo esperimento politico ebbe vita breve (dal 31 ottobre 1944 al 28 aprile 1945). Ellul era convinto che l’azione politica (intesa come l’ottenere posizioni di responsabilità attraverso le elezioni e partecipare a un partito) non fosse in grado di produrre un profondo cambiamento nella vita sociale. I politici sono eletti sulla base di una piattaforma di lavoro, ma nella pratica hanno poca capacità di attuarla a causa del loro trascurabile potere sul servizio pubblico, che agisce secondo la propria logica “tecnica”.

Azioni culturali (1946–1955)

Dal 1946 al 1955, a Bordeaux, Ellul guidò il primo club di cinema rivolto prioritariamente agli studenti. Come fece in seguito con i giovani parrocchiani a Pessac nei primi anni ’60, iniziava gli incontri con alcuni commenti introduttivi, mostrava un film e poi proponeva un discorso di dieci minuti che aveva lo scopo di lanciare la discussione. L’obiettivo era quello di aiutare i giovani a sviluppare la loro capacità di analizzare criticamente prodotti di comunicazione di massa basati sull’immagine.

Delinquenza giovanile (1958–1977)

Nel 1958, Ellul e l’insegnante Yves Charrier furono cofondatori di uno dei primi club per la prevenzione della delinquenza giovanile. Più che in seno alle istituzioni, per incontrare i giovani emarginati si recarono direttamente al cuore della comunità. Ellul e Charrier lavorarono insieme fino alla morte accidentale di quest’ultimo nel 1969. Ellul continuò a lavorare con una nuova squadra fino a quando non si dimise da presidente del club nel 1977.

Salute

Ellul rese servizio in quanto membro del consiglio della Maison de Santé Protestante de Bagatelle, una casa di cura protestante.

Ambiente (1972–1982)

Comitato per la difesa della Costa d’Aquitania: quando lo Stato iniziò a mobilitare potenti mezzi amministrativi e finanziari per lo sviluppo del turismo di massa lungo la costa atlantica, che fino a questo punto era rimasta quasi intatta, Ellul e il suo amico Bernard Charbonneau crearono il Comité de Défense de la Côte Aquitaine, al fine di stimolare un movimento di critica e resistenza contro il piano di sviluppo tecnocratico della Mission Interministérielle d’Aménagement de la Côte Aquitaine (MIACA) [Missione intergovernativa per lo sviluppo della Costa d’Aquitania]. I due avviarono e sostennero la creazione di comitati locali lungo la costa, redassero analisi critiche dei progetti di sviluppo, pubblicarono articoli sulla stampa locale e regionale, parteciparono a riunioni pubbliche, e aiutarono i residenti a fare causa per fermare particolari progetti.

Ecoropa: Insieme ai suoi amici Edouard Kressmann e Bernard Charbonneau, Ellul ha partecipato all’associazione ecologista europea ECOROPA ( https://www.ecoropa.info/ ). Nel 1979, ha contribuito alla preparazione di un manifesto ambientale che è stato pubblicato in sei lingue: “Une Europe différente: vers une démocratie écologique” [“Un’Europa diversa: verso una democrazia ecologica”]. Tra i dodici punti del documento, i più memorabili furono i seguenti: superare la tecnocrazia e privarla dei privilegi che si è arrogata a scapito dei cittadini, fondare l’unità europea su una federazione di regioni autonome e rafforzare la solidarietà dell’Europa con il Terzo Mondo.

Disobbedienza civile

Durante gli anni Settanta, Ellul guidò diversi piccoli gruppi impegnati nella nonviolenza. Ha prestato il suo sostegno agli obiettori di coscienza e a coloro che si opponevano ai militari. Ha prestato servizio come testimone nei procedimenti contro i renitenti alla leva e i disertori convocati dinanzi al tribunale permanente delle forze armate di Bordeaux.